Properzio
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Il successo di Properzio come poeta fu immediato e duraturo e la sua poesia ebbe un notevole influsso sulla lirica dei secoli successivi. Nel Medioevo le tracce della sua presenza sono deboli e sporadiche. Fu però rivalutato dalla poesia umanistica. Con Ariosto, Tasso, Pierre de Ronsard e, soprattutto, nel Settecento neoclassico, la poesia di Properzio conobbe più ampia diffusione e fortuna, per toccare - con Goethe - il suo punto più alto.
L'avvicinamento di Properzio a Mecenate ed al suo famoso circolo avvenne forse nel 28 AC, dopo la pubblicazione del primo canzoniere; il poeta fu amico di Virgilio e, soprattutto, di Ovidio. La sua vita fu breve (come quella di Catullo e di Tibullo); non sono presenti nei suoi versi riferimenti cronologici posteriori al 16 AC, data probabile della morte. Forse, Properzio è il seccatore adombrato nella IX Satira da Orazio, che pare non lo potesse soffrire.
Il I Iibro, (28 AC), è noto anche col nome greco di Monòbiblos ("libro singolo"). I libri II e III, furono pubblicati verso il 25 e il 22 AC oppure in un'unica raccolta nel 22 AC]. Il libro III si differenzia dai precedenti per il contenuto, è più tardo e non fa riferimento a fatti successivi all'anno 16 AC, data che si assume sia come quella di pubblicazione sia di morte dell’autore.
Properzio porta all'estremo e coerentemente "teorizza", il rifiuto di Catullo del mos maiorum a favore di un'esistenza totalmente dedita all’amore, all' otium ed al servitium nei confronti dell'amata, una scelta di vita che si identifica con l'attività letteraria del poeta-amante, il quale della sua vita fa materia di poesia e di questa si serve come strumento per corteggiare la donna. La scelta callimachea per la poesia "tenue", in opposizione ai paludamenti dell'epos, si impone anche per la sua maggiore efficacia ai fini del corteggiamento.
Properzio, idealmente non cerca una disinvolta avventura galante, bensì sogna per sé e Cinzia i grandi amori del mito, le passioni esclusive ed eterne. Per Cinzia, la brillante e spregiudicata cortigiana, egli vagheggia i modelli e i valori della tradizione, e vorrebbe, come Catullo, definire l'amore come un foedus, garantito dagli dèi. La realtà è ben altra e il poeta elegiaco è sedotto dal fascino, dall'eleganza mondana della donna amata, mentre, paradossalmente, vorrebbe in lei semplicità , fedeltà , dedizione assoluta, da tale antitesi nasce il bisogno di evasione nel mondo del mito, "trasfigurati" in personaggi mitici, il poeta-innamorato e la sua donna potrebbero vivere amori esemplari.
Opere: le Elegie
Di Properzio restano quattro libri di elegie.Libro I: "MNonòbiblos" - 22 elegie, di lunghezza variabile in distici elegiaci
Cinzia, donna spregiudicata, colta e raffinata ispira, più o meno direttamente, tutte le elegie del primo libro. La componente autobiografica è anche la testimonianza esistenziale di una generazione e di un ambiente. Nel primo libro non si manifesta alcun interesse per la società e per il nuovo assetto politico che Ottaviano stava costruendo in Roma dopo la vittoria di Azio (31 AC). L'unico accenno alla politica è il ricordo, non certo gradito al nuovo regime, del bellum Perusinum (guerra di Perugia, ossia la rivolta dei proprietari italici, in cui morì un parente del poeta, la cui famiglia subì delle confische. Ottaviano distrusse Perugia nel 40 AC durante la guerra civile contro Marco Antonio, in cui il fratello Lucio si era arroccato con il suo esercito a Perugia, in seguito Augusto ricostrui la città ) contenuto nel commiato (elegia 22).Libro II: 34 elegie in distici elegiaci
Il libro II reca, nella prima elegia, il rifiuto (recusatio) della poesia epica e celebrativa, tale affermazione è traccia dell'incontro con l'ambiente ufficiale di Mecenate. Cinzia è ancora al centro del libro, ma compare nella decima elegia, l'omaggio poetico al principe.Libro III: 25 elegie
Il libro III è ancora dominato da Cinzia, ma si avverte imminente il distacco definitivo. Accanto al tema dell'amore elegiaco, compaiono motivi legati all'ideologia del regime augusteo: la promessa, nella nona elegia dedicata a Mecenate, della poesia impegnata attuata poi nelle "elegie romane" del libro IV; l'elogio di Roma e dell'Italia, l'epicedio (canto funebre) per il giovane Marcello, morto nel 23 AC, figlio adottivo e genero di Augusto (anche Virgilio lo ricorda nel libro VI dell'Eneide). Compaiono inoltre in questo libro, un'attenzione nuova, da parte di Properzio, per la moralità antica ed una disponibilità maggiore di fronte ai temi graditi agli ambienti ufficiali.Libro IV: 11 elegie
Contiene elegie di maggiore impegno e di maggiore lunghezza rispetto a quelle dei libri precedenti. Due sole elegie sono dedicate ancora a Cinzia: l'ottava e la nona, in cui Cinzia, ombra del regno dei morti, ma sempre amara e aggressiva, appare in sogno al poeta. Le altre elegie sono una sorvegliata concessione alla cultura ufficiale, tuttavia non si tratta di poesia celebrativa. Properzio non tradisce i canoni della poetica alessandrina ed elegiaca, ma, ispirandosi a Callimaco (III secolo AC), illustra miti e riti della tradizione romana e italica (anche Ovidio nei Fasti)
Sulla figura reale di Cinzia, come delle altre donne cantate dai poeti d'amore, si hanno informazioni da Apuleio (Apologia).Il primo canzoniere
Era consuetudine dei poeti alessandrini, recepita dai Neòteroi, dare a una raccolta di componimenti il nome della donna celebrata. A quest'uso obbedì anche il giovane Properzio quando, nel 28 AC, pubblicò nel nome di Cynthia il I libro di elegie (Monòbiblos). La figura di Cinzia vi campeggia, fin dall'incipit dell'elegia proemiale, nella quale il poeta si presenta prigioniero, da un anno, della passione e irrimediabilmente destinato, a causa sua, a una vita dissipata. Cinzia, elegante, raffinata, dotata di un'ottima cultura letteraria e musicale, vive da cortigiana negli ambienti mondani frequentati da uomini politici e da letterati. Per Properzio il legame con una siffatta donna, significa compromettersi socialmente e rinunciare alla carriera e al decoro sociale, ma egli ne fa una rivendicazione e un vanto. Il rapporto con la donna amata, altera, capricciosa, tirannica e infedele, si configura come servitium. Il poeta si compiace della propria sofferenza con un atteggiamento da "poeta maledetto", dell'amore egli fa il centro e il valore assoluto della vita e Cinzia diventa per lui la ragione unica dell'esistenza.Il canzoniere maggiore
Il successo ampio e immediato del primo libro proiettò Properzio sulla scena letteraria e destò l'interesse di Mecenate, che cercò di orientare Properzio verso forme poetiche nuove e di inserirlo nella politica culturale promossa dal regime. Di tali pressioni, e della resistenza opposta dal poeta, restano tracce evidenti nella nuova e più ampia raccolta (libri Il e III), composta tra il 25 ed 22 AC. Il secondo libro si apre, infatti, con una recusatio, un elegante, ma fermo rifiuto (di tradizione callimachea) del poeta, che si dichiara inadeguato ad affrontare il poema epico-storico e ribadisce l'unità di poetica e stile di vita, ma, rispetto al libro I, nel II si acuisce il senso di disagio per la vita dissoluta e diviene più sofferto il rapporto con Cinzia. Tale processo, cui si accompagna la sperimentazione di forme compositive più complesse, è più avanzato nel III libro, dove è presente una materia più varia ed i temi sono meno strettamente legati all'amore per Cinzia. Le elegie amorose sono meno frequenti, e l'atteggiamento di Properzio è meno appassionato ed il poeta guarda a se stesso con maggiore distacco ed ironia. Il rifiuto dell'epos, è ancora ribadito, ma non è più strettamente associato a uno stile di vita ed è motivato solo con ragioni estetico-letterarie (non è più funzionale all’amore), Il libro si chiude con il definitivo addio a Cinzia.